Lui & Lei
ANNI '70 CAPITOLO 5
di Ermes72
22.12.2024 |
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"Lui me lo dettò ridendo e dicendo:”attento Sandro attento”..."
Capitolo 5“Ciao Ester, ti disturbo? Puoi parlare”?
“No Sandro, non disturbi, sono in pausa caffè ho dieci minuti, il tempo di fumare una sigaretta.
Mi fa piacere sentirti. Dimmi”.
“Mi hanno incuriosito alcune tue frasi dette al telefono lunedì e il tuo rapporto cosi aperto con Marco, mi chiedevo se domani sera sei libera da impegni per un aperitivo”?
“Sandro, io senza Marco, non sono disponibile ad avere rapporti con nessuno.
All’inizio della nostra storia l’ho fatto una volta e non lo farò mai più.
Ci e rimasto troppo male, l’ho fatto soffrire troppo. Anche se può sembrarti strano, lo amo troppo e lui anche di più, ama me”.
“Ester, la mia non era una richiesta di sesso, ma una desiderio di conoscerti meglio, la stessa cosa che mi hai detto tu al telefono, che mi vuoi conoscere. Per me sarà una semplice uscita, vorrei capire alcune cose di quella sera e tu potresti aiutarmi.
Con questo non voglio negare che tu mi attrai in tutti i sensi.
Questo mio invito e solo per fare una chiacchierata.
Volevo soprattutto chiederti una cosa, ho un dubbio e pensavo che tu potessi chiarirmelo. La nostra uscita sarebbe stata solo conoscitiva e senza secondi fini, non credo che a te manchi la materia prima.
Il mio invito non esclude Marco. Se vuole può venire anche lui ”.
“Ok ne parlo con Marco e ti telefono. Se mi dai il numero”!?
“Ti do quello dell’ufficio, in casa ho fatto richiesta alla SIP ma non me l’hanno ancora installato. Ho richiesto il duplex per risparmiare, ma domani telefono e chiedo il simplex, magari fanno prima”.
Dettai il numero e riattaccai. Chiamai Anna per dettarle un ordine da tradurre.
Non ce n’era bisogno, potevo anche fare da solo ma la volevo vedere.
Entrò e si sedette in attesa del mio dettato.
Aveva pettinato i capelli raccolti a coda di cavallo. Le scarpe, le stesse del lunedì, un pantalone leggero azzurrino, quasi estivo con una lieve apertura a zampa di elefante, una camicia bianca completava l’abbigliamento.
La guardavo mentre stenografava sotto dettatura. Aveva messo un profumo che smuoveva i miei feromoni. Alla prima occasione le avrei chiesto che profumo usasse.
Potevo anche chiederlo ad Alessia, perché ne usava uno simile, almeno la fragranza sembrava la stessa.
Non erano uguali ma mi avevano fatto lo stesso effetto.
Quello di abbracciarle e aspirarne l’odore mentre le baciavo. Anzi mentre loro mi baciavano con passione.
A fine mattinata arrivò la telefonata di Ester che mi confermava l’appuntamento.
Ne aveva parlato con Marco e avevano deciso che lui non veniva. Bene pensai così potevamo parlare liberamente.
Lei mi disse:”anch’io ho una curiosità ,ci vediamo domani sera alle 19.30 al bar Roberto in via Po”.
Non mi aveva chiesto di andarla a prendere, ne in banca, sapevo dove era la sede, ne a casa sua, forse non voleva farmi vedere dove abitava.
“Ok , a domani, conosco il bar, ti aspetto lì d’avanti”.
Riattaccai e richiamai Giampiero, mi ero dimenticato di chiedergli il numero di telefono di casa di Alessia.
Lo volevo anche se non ero sicuro di utilizzarlo.
Lui me lo dettò ridendo e dicendo:”attento Sandro attento”. “tranquillo Giampiero tranquillo” risposi io.
L’indomani, Alle 19.00 usci dall’ufficio, presi il mio 124 special T 1600, blu metallizzato buccia d’arancia, che avevo comprato di seconda mano, unico proprietario un prete salesiano. Aveva fatto pochissimi km lo teneva come un gioiellino. Mi avviai per andare all’appuntamento, pensando di doverla aspettare, perché tra le ragazze il ritardo era una prassi.
Loro, mai arrivare prima.
Dopo aver parcheggiato la mia auto notai di essere stato smentito alla grande, arrivò prima di me.
Li vidi d’avanti al bar, insieme a lei c’era anche Marco.
Fa niente mi dissi, ci hanno ripensato.
Mi avvicinai, lei mi baciò sulla guancia, lui mi strinse la mano salutandomi e dicendo:” io vado a fare un passeggiata in via Roma, vedo se è ancora aperta la Rinascente, se no guardo le vetrine. Ci vediamo tra un ora. Buon aperitivo”. Salutò la moglie con un bacio a stampo e si allontanò.
Lei mi prese x mano ed entrammo.
Ordinai due Campari che ci furono serviti con patatine olivette e arachidi sgusciate.
Ci sedemmo ad un tavolino di fronte al bancone a vista dalla strada.
Le dissi:“Comincia tu. Poi se hai delle curiosità su di me, chiedi pure, vedo se sono in grado di soddisfarle”.
“Da dove comincio”? disse lei.
“da dove vuoi, lunedì al telefono mi hai lasciato con due curiosità. Il tuo rapporto con Marco e chi è Antonio per voi”.
Ad onor del vero la mia curiosità era più su Antonio. Volevo capire meglio le dinamiche di domenica sera. Invece lei cominciò a parlarmi di lei e Marco.
“Ho conosciuto marco a scuola. Abbiamo fatto ragioneria insieme, in sezioni diverse io la A lui la C., abbiamo vissuto si può dire due vite parallele, senza che si incontrassero mai fino all’assunzione in banca.
A scuola lo vedevo sempre con altri ragazzi, mai con ragazze, al punto che pensavamo fosse omosessuale. Alcune ragazze avevano provato l’approccio, era ed è un bel ragazzo, bruno, occhi neri, capelli lunghi, quasi sempre elegante, anche quando indossava jeans e camicia a fiori, la camicia non era mai pacchiana, alto longilineo, giocatore di palla a volo, lui con alcune era uscito, ma lo avevano qualificato freddo, timido,impacciato, con le donne era una frana, come se ne avesse paura. Da li la nomea di omosessuale.
Ci siamo diplomati lo stesso anno e siamo stati assunti in banca due anni dopo nel ’72, tramite concorso. Io come impiegata dietro bancone a diretto contatto con i clienti e lui come cassiere.
Mi ci son voluti 2 anni per smontare la corazza che si era costruito.
Io poco prima di entrare in banca avevo rotto con il mio storico fidanzato di sempre. Ad onor del vero è lui che ha rotto con me, preferendo sposare una piena di soldi. Anche se brutta come la fame l’aveva preferita a me.
Marco era bello, mi piaceva perché non provarci. Volevo vedere se quello che si diceva di lui fosse vero.
Gli feci una corte spietata. Una sera mi ha accompagnato a casa, nel portone lo misi contro il muro e lo baciai, lui rispose al bacio, mise una mano sul mio seno, io lo tastai in mezzo alle gambe ce l'aveva duro. Cazzo pensai questo non e gay.
Gli dissi:" andiamo su i miei non ci sono, siamo soli".
Lui faceva resistenza, voleva andare via.
"Ma si può sapere cosa ti prende? cos’è che non va? A me sembra che ti piaccio sei un bel ragazzo potrei innamorarmi, perché mi rifiuti”?
Lui piangendo mi disse:”Ester, io sono innamorato di te da quando andavamo a scuola. Ho però un problema che mi ha impedito di approcciarmi a te. Ho paura, mi sento inadeguato, non credo di essere abbastanza dotato da poterti soddisfare, mi vergogno”.
“L’ho preso x mano e lo portai in camera mia. Lui mi seguì in silenzio. Lo spogliai lasciandolo in mutande, feci scivolare il mio vestito leggero, non portavo il reggiseno, rimasi in mutande anch'io con calze e reggicalze”. “Vedi, ti stai eccitando mentre osservi una donna che ha una terza di seno e che vorrebbe una quarta . Quindi secondo te dovrei sentirmi inadeguata? Togliti le mutande fammelo vedere lo hai sicuramente misurato dimmelo quant’è”?
“ 12 x 3.5” disse lui.
Mi avvicinai, lo baciai mentre prendevo in mano il suo cazzo, dicendogli:" metti le tue mani sul mio seno. Da questo momento tu sei il mio ragazzo e io sarò la tua ragazza. In intimità tu mi chiamerai piccola, in onore al mio seno e i ti chiamerò piccolo”. Facemmo l’amore per alcune ore, era insaziabile, un po alla volta gli avrei fatto capire cosa mi piaceva di più. Per mesi il nostro rapporto si rafforzo. Finchè un giorno……..”. Lunga pausa e disse:“qui entra in scena Antonio ma prima dimmi di te”
” cosa vuoi sapere “ dissi io”?
“Parlami delle ragazze, sono curiosa, con Alessia ci ho ballato, ti ho visto tanto coinvolto ma non mi è sembrato fosse la tua ragazza, mentre gli altri due stanno insieme. Sono fidanzati”?
“Lei me lo ha presentato come suo ragazzo, dire fidanzato mi sembra eccessivo. L’ho conosciuta quella sera stessa, di lei so poco, è la sorella di un amico si chiama Carla, di Giulio il ragazzo so anche di meno.
Alessia, anche lei l’ho conosciuta quella sera stessa, ci dobbiamo vedere domenica per una escursione in montagna. Mi ha invitato lei. Vuoi sapere altro? Era questa la tua curiosità? Sapere se li conoscevo”?
“no la mia curiosità è un'altra. La coppia vi ha raccontato di Antonio”?
“ Si, Carla sollecitata da Alessia ci ha descritto il rapporto sessuale avuto con Giulio su ricatto di Antonio. Anzi non hanno neanche chiesto di cancellare i filmini che Antonio aveva fatto”.
Lei disse:“tutto qui e nient'altro? Il perché non hanno chiesto di cancellare i filmini te lo hanno detto”?
“Hanno fumato hashish credo e sono venuti via. Cosa e successo ancora”?
“Antonio li ha portati a vedere la stanza che abbiamo poi usato noi. E loro gli hanno detto che erano interessati e che la prossima volta avrebbero voluto provare cosa gli aveva proposto”.
Io la guardavo interdetto, lei sorrideva compiaciuta mi vedeva in difficoltà.
“vedo un bel punto interrogativo sulla tua fronte.
Quella e la stanza bondage. Antonio ne è un cultore, usa le corde costrittive divinamente io spesso mi lascio andare con piacere. A Marco piace guardare ma non ha mai voluto provare. Antonio ha fatto il gesto alla ragazza di seguirci ma lei non ha accettato”.
Ora capivo la frase “Alessia vuoi andarci tu”? La stava mandando nella stanza bondage? Altri chiarimenti da avere con Carla.
“prima di raccontarti come abbiamo concluso la serata. Riprendo da come e quando l’ho conosciuto. Antonio è uno dei migliori clienti della banca, ha aperto il conto tre anni fa, la pratica l’ho sviluppata io, agli sportelli viene spesso a depositare e ha sempre qualcosa da chiedere riguardante pratiche e movimenti.
Un giorno, due anni fa, allo sportello mi disse che aveva bisogno di chiedere ragguagli particolari su alcuni movimenti che voleva fare e non voleva essere ascoltato da orecchie indiscrete.
Avvisai il collega che mi affiancava e mi allontanai con il cliente. Soli nella stanza lo sollecitai a dirmi di cosa avesse bisogno. Se potevo soddisfarlo sennò lo avrei fatto parlare con lo stesso direttore. Lo portai nella sala riunioni ci sedemmo e lui mi disse:“Ester, ti do del tu, ormai e un anno che ti conosco. E se ho preso questa decisione è perché sono certo della mia convinzione che tu sia il soggetto adatto. Ti voglio fare una proposta, ascoltami fino in fondo e poi mi rispondi.
Hai tutte le caratteristiche che vado ricercando, sei una bella moretta, un bel viso, naso interessante, bocca volitiva, una terza di seno, e un corpo proporzionato e leggero.
Sto cercando una patner, mi diletto in bondage e in te credo di aver individuato la persona giusta, ”.
“lo ascoltavo in silenzio, con Marco avevamo usato le manette. Lui a volte mi scopava dopo avermi legata a letto gambe e braccia divaricate. Io a questo tipo di sottomissione mi concedevo volentieri. Mi piaceva anche quando a volte mi colpiva sulle natiche e sul seno a mano aperta. Quelle parole e i miei pensieri stavano stimolando un certo languore, un leggero formicolio al basso ventre, pensavo a me legata e appesa nuda da Antonio e Marco che mi sculacciava. Mi stavo eccitando, senza accorgermi che intanto Antonio aveva tirato fuori il suo grosso cazzo, mettendolo sul tavolo di fronte a me dicendo:” questo è il premio che ti aspetta durante e dopo la sottomissione se sarai stata brava. Se vuoi un anticipo basta che abbassi le mutande, sicuramente sono bagnate”. Ero imbambolata, il pensiero di essere posseduta in sottomissione mi aveva bloccata la mente, mi alzai, meccanicamente sfilai le mutande lui mi girò e a pecorina appoggiandomi sul tavolo di marmo della sala riunioni, lentamente mi penetrò. Non mi ero mai sentita così piena, un cazzo così grosso non lo avevo mai preso. Ansimavo e gemevo. Ansimavo e gemevo nel sentirlo entrare ed uscire in modo lento e continuo mentre le sue mani mi stringevano il seno. Da sopra il vestito poteva sentire la grandezza dei miei capezzoli duri come marron glaces.
Avevo avuto un primo orgasmo poco dopo la penetrazione. avevo la testa che mi stava scoppiando dall’eccitazione, quando si aprì la porta e di fronte a me con gli occhi sbarrati dallo stupore che fissavano i miei, Marco.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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